Le fonderie di Agnone. Cosa devi assolutamente visitare

Soggiornare in un piccolo borgo può spesso spaventarti, se sei uno di quei turisti alla ricerca di attrazioni da visitare, posti da vedere. In Italia però, l’entroterra rivela sempre un grandissimo numero di sorprese e l’Appennino Molisano non è da meno. Agnone, infatti, fa da cornice a tutta una serie di esperienze che possono riempire il tuo diario di bordo per diversi giorni.

Far visita ad Agnone, scegliere di soggiornare in un piccolo borgo, o in un agriturismo nella campagna intorno ad Agnone, ti garantisce il giusto relax e un mix di avventure alla scoperta di un fazzoletto di terra pieno di tradizioni enogastronomiche e artigiane.

Sono numerosi i viaggiatori che approdano in paese per la fonderia delle campane Marinelli, ma non tutti ne conoscono la storia o le peculiarità; altri scoprono la cittadina per la ‘Ndocciata, ma non sanno che Agnone era nota anche per il suo rame. Ecco, oggi ti racconteremo qualche pagina dei nostri trascorsi artigiani, ti daremo due ottime ragioni per prenotare la prima data utile, chiudere la valigia e partire.

La fonderia Marinelli

Oltre 1000 anni separano la Fonderia Marinelli dall’anno di fondazione. Oggi la fonderia, che è una vera e propria calamita per curiosi, visitatori e turisti, può annoverare diversi record: è la più antica fonderia specializzata nella fusione di campane d’Italia, può far fregio dello stemma Pontificio ed è stata premiata con la medaglia d’oro nel 1954 dall’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi come “Ditta più anziana per attività e fedeltà al lavoro in campo Nazionale”.

La storia della fonderia

È difficile ricostruire un millennio di trascorsi, soprattutto se consideriamo che durante il secondo conflitto mondiale, Palazzo Marinelli, sede della fonderia e dimora della famiglia di artigiani, fu presidiato dalle truppe naziste che usarono parte dei documenti custoditi per far ardere le stufe.

Ciò che traspare è la fatica, l’impegno, la passione e la dedizione che la famiglia Marinelli impiegò, e impiega, per tramandare l’antica arte campanaria di generazione in generazione.

Due conflitti mondiali, l’assalto al palazzo di famiglia con successiva invasione, un incendio nella nuova sede della fonderia, non hanno impedito ai Marinelli di mantenere viva l’arte campanaria fondendo bronzi come la Campana della Pace, donata alla FAO nel 1995, anno che vide anche l’allora Pontefice Giovanni Paolo II visitare la fonderia e lo stesso museo.

Il museo

È proprio la struttura museale, annessa alla fucina, che vede tutti i giorni gruppi di turisti camminare tra le antiche mura. Il museo, inaugurato nel 1999, ospita frotte di turisti, all’interno di una visita guidata, anche in inglese, che ti permetterà di conoscere sia le varie fasi di produzione di un campana che il vissuto di questa famiglia di artigiani.

L’area museale è lo spazio voluto dalla famiglia Marinelli per raccontare anni di storia, bronzo dopo bronzo, rintocco dopo rintocco, in Italia e nel mondo.

La tradizione ramaia

Leggermente meno conosciuta di quella casearia o campanaria, Agnone in passato vantava una fitta rete di artigiani del rame. Il borgo del paesino faceva da cornice ad una serie di botteghe artigiane dalle quali risuonava il sordo battere dei martelli sulle incudini. Gli orafi creavano gioielli e i ramai pentolame e manufatti.

Lungo la riva del fiume Verrino, a valle, nelle campagne Agnonesi, sorgevano numerose fonderie del rame. Antiche fucine in cui il materiale grezzo vedeva la luce per poi essere venduto in paese ai mastri, che appunto lo lavoravano, o al di fuori dei confini comunali e addirittura regionali.

Le antiche fonderie del rame

Col tempo, purtroppo, questa tradizione ha perso molti dei suoi tramandatori e della fusione del rame a sul Verrino, abbiamo solo un vivo ricordo. Ma, mentre alcune fonderie e alcuni mulini sono stati riconvertiti o andati in rovina, un edificio industriale di questi è ancora in ottimo stato e visitabile.

Il Museo del rame

In paese, con il trascorrere degli anni, qualcuno ha quindi capito l’importanza della tradizione ramaia a tal punto da inaugurare un vero e proprio museo del rame visitabile sia per conoscere il processo di produzione che la storia di un popolo che, a lungo, ha avuto un commercio che ruotava intorno a questo oro rosso.

La famiglia Cerbasi oggi riceve centinaia di presenze tra le mura del museo e organizza tour all’interno delle storiche fonderie, di cui ti abbiamo parlato poco fa. Un’occasione per toccare con mano il frutto del sudore di decine e decine di uomini vissuti anni addietro.

Gli artigiani

Lo dicevamo prima: oggi purtroppo non esistono fonderie del rame attive sul territorio agnonese. In vita però ci sono tre botteghe che commercializzano manufatti in rame e lungo il corso principale è possibile incrociare anche artigiani che lo lavorano, decorandolo, e che producono artefatti di inestimabile pregio.

Visto? Te l’avevamo detto: ora non vedi l’ora di saltare in macchina e raggiungerci.

ORGANIZZA IL TUO VIAGGIO AD AGNONE