MONTE META, IL SIGNORE DEL PARCO D'ABRUZZO

Itinerario a piedi - 6 ore

Tipologia
Escursionismo - 12 km - 750 m dislivello
Coordinate punto partenza: 41.691812, 13.977379

Monte Meta dal versante molisano di Valle Fiorita
Per questa escursione abbiamo deciso di percorrere qualche km in più da Agnone. Ci svegliamo presto, per evitre la calura estiva. Tuttavia l'avventura è fattibilissima in una giornata. Ci dirigiamo verso Valle Fiorita, nel cuore del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, per percorrere uno degli itinerari mozzafiato che conduce sulla cima della Meta. Alla partenza dal parcheggio un cartello del parco ci informa che non sarà possibile arrivare in cima. L'ultimo tratto è chiuso. Si va lo stesso, sperando di poter passare in qualche modo. Il sentiero nella foresta di faggio è ben segnalato (anche perché evidentemente molto battuto). Aggiriamo alla sinistra, costeggiandolo, il rifugio posto alla sorgente delle Forme e proseguiamo lunga la salita costante all'ombra degli alberi. Usciti allo scoperto si apre lo spettacolo del circo glaciale della Val Pagana, con le evidenti forme erosive dei ghiacciai presenti in zona durante l'ultima era. Raggiungiamo il Passo dei Monaci, dove una coppia di simpatici Carabinieri forestali ci ricorda il cartello visto all'inizio del percorso. E' stagione riproduttiva dei camosci. La cima della Meta è solo per loro in estate. Decidiamo di proseguire verso sud-est, lungo il crinale appenninico. Ci muoviamo in un paesaggio carsico, quasi lunare, tra doline, inghiottitoi e piccoli nevai, residui di un inverno eccezionalmente nevoso. Il panorama tutto intorno è pazzesco, Monte a Mare e La Meta vicini, il Monte Petroso lontano verso Nord. Terre di passaggio e di cammini antichissimi dei benedettini, tra la stupenda e profonda foresta della Valle di Canneto a Ovest ed l'abbazia di Castel San Vincenzo al Volturno, percorrendo i tratturi fino al lontano santuario della Madonna di Canneto. Riusciamo ad intravedere lontani gruppetti di cervi e camosci che corrono sulle creste. Vale proprio la pena arrivare sin qua su ed ammirare tutta questa natura possente. Ritorniamo sui nostri passi con il pensiero della cima della Meta che ci è mancata. Torneremo sicuramente. Magari in inverno per una fantastica ciaspolata. Il caldo si fa asfissiante durante la discesa. Il cielo inizia a minacciare.  Dopo qualche km di discesa arriviamo all macchine giusto in tempo per evitare un violentissimo temporale.

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